Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile

Rapporto annuale Istat.

Il Rapporto offre una lettura del benessere nelle sue diverse dimensioni: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.

Nell'ultimo decennio l'Italia ha conseguito miglioramenti in molti ambiti del benessere dei suoi cittadini. Nonostante i progressi registrati, rimangono ancora spazi di miglioramento per allinearsi alle medie europee.

In questo percorso la pandemia non ha aiutato a colmare i gap e, in alcuni casi, li ha addirittura ampliati. Qui di seguito alcuni esempi.

ISTRUZIONE

  • Tra i giovani di 30-34 anni il 27,9% ha un titolo universitario o terziario (19,8% nel 2010) contro il 42,1% della media Ue27.

imm 1 - istruzione

  • La didattica a distanza si è scontrata con le difficoltà nelle competenze digitali della popolazione italiana, che presenta una delle situazioni peggiori in Europa. Nel 2019, tra gli individui di 16-74 anni soltanto il 22% ha dichiarato di avere competenze digitali elevate (contro il 31% nella Ue27).

INNOVAZIONE, RICERCA E CREATIVITA'

  • La diffusione dell’ICT tra le famiglie e gli individui si è accresciuta significativamente nel 2020, portando al 69,2% la quota di utenti regolari di Internet (era 43,9% nel 2010).

imm 3 - utenti internet

  • Nel 2020 un terzo delle famiglie italiane non dispone di computer e accesso a Internet da casa.
  • Cresce, ma resta limitata, l’applicazione delle tecnologie digitali alle vendite delle imprese e alla gestione dei servizi comunali alle famiglie.

LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA

  • In dieci anni i divari con l’Europa per i tassi di occupazione si sono ulteriormente allargati: il tasso di disoccupazione scende al 62%, dal 64% dell'anno precedente, rimanendo ben inferiore alla media europea (71,6%).

imm 2 - occupazione

  • A marzo 2020 l’emergenza sanitaria ha imposto in molti settori il lavoro da casa come strumento indispensabile per proseguire le attività produttive e contenere i rischi per la salute pubblica. Nel secondo trimestre 2020 la quota di occupati che hanno lavorato da casa almeno un giorno a settimana ha superato il 19% (dal 4,6% del secondo trimestre 2019), raggiungendo il 23,6% tra le donne.

SALUTE

  • La pandemia ha fortemente colpito l'Italia in termini di numero medio di anni di vita: i guadagni in anni di vita attesi maturati nel decennio sono stati quasi annullati, soprattutto nel Nord Italia.

 imm 6 - speranza di vita

Il report completo è disponibile al seguente LINK, mentre altri materiali sono scaricabili da questo LINK.

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