Al via “ZeroSprechi”: il cibo di aziende e mense va ai bisognosi

Partito il progetto per il recupero delle eccedenze alimentari da donare agli indigenti, frutto della collaborazione tra associazioni, enti, imprese, università e organizzazioni non profit. Obiettivo: 220mila pasti all'anno da consegnare alle Onlus.

La storica collaborazione meneghina tra pubblico, privato e terzo settore ha portato a un nuovo importante progetto che vede diversi attori coinvolti con un unico obiettivo: ridurre lo spreco di cibo, portando a chi ne ha bisogno le eccedenze alimentari di mense aziendali e supermercati. Si chiama “ZeroSprechi”, è partito nei primi giorni del 2019 e punta a fornire 220mila pasti all'anno alle fasce più deboli.

Piccolo passo indietro per contestualizzare questa iniziativa. Nel 2015, l'anno di Expo, incentrato proprio sul tema del cibo come valore, Milano ha promosso un piano di Politica Alimentare per rendere più sostenibile il sistema alimentare della città. Tra le priorità, la riduzione dello spreco. La volontà è sempre stata quella di tradurre gli intenti del piano in iniziative che avessero ricadute concrete. E così nel 2016 il Comune insieme ad Assolombarda e Politecnico di Milano hanno condiviso il protocollo di intesa, che hanno definito “ZeroSprechi”: un impegno reciproco per progettare e sperimentare un modello di recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari basato su reti locali di quartiere.

Un progetto che si è evoluto nel tempo e si è strutturato in più fasi, secondo un percorso di sensibilizzazione e coinvolgimento che ha portato a un vero lavoro di squadra. Ed eccoci al 2019. L'idea ha preso forma ed è partita a regime. Da un lato il Comune ha individuato uno spazio pubblico non utilizzato nel Municipio 9 e lo ha reso disponibile come hub del progetto. Qui avvengono lo stoccaggio e la distribuzione degli alimenti recuperati che vanno agli enti del terzo settore, organizzazioni beneficiarie e organizzazioni non profit.

Banco Alimentare della Lombardia, vincitore del bando di assegnazione dell’hub, garantisce la gestione operativa e quotidiana, recuperando le eccedenze e distribuendole alle strutture caritative del territorio. Il Politecnico di Milano ha elaborato uno studio di fattibilità della rete e monitora l’operatività dell’hub e gli impatti generati dal progetto per 12 mesi, costruendo un modello logistico estendibile e replicabile in altri quartieri della città.

Assolombarda ha, invece, individuato e coinvolto alcune aziende che hanno aderito al progetto, e ha fornito il bollino “ZeroSprechi”, ideato e offerto dal Gruppo Armando Testa, per valorizzare le imprese virtuose. Il Programma QuBì - la ricetta contro la povertà infantile- che ha già avviato un hub simile in via degli Umiliati, aderisce al progetto finanziando allestimento e gestione dell’hub di via Borsieri e favorendo le connessioni con le reti del territorio sostenute e coinvolte dallo stesso Programma QuBì.

Il risultato è una connessione che unisce i diversi contributi in una prospettiva di sistema capace di ottimizzare, attraverso circuiti veloci, la consegna e il consumo di beni in eccedenza.

Ma che cosa avviene nello specifico? L’hub è allestito con una cella frigorifera per la gestione del cibo fresco, con scaffalature per il cibo secco e confezionato e con una postazione amministrativa per la gestione dell’archivio e delle procedure. L’utilizzo di un furgoncino provvisto di cella frigorifera, fornito dall’operatore logistico Number1 Logistics Group ai fini del progetto, consente di recuperare su base giornaliera le eccedenze dai supermercati e di stoccarle nell’hub per la ridistribuzione alle Onlus. A questo si aggiunge un altro veicolo adibito al recupero delle eccedenze dalle mense aziendali.

E così il cibo fresco, cucinato e secco, frutta e verdura, pane di 4 mense aziendali e 15 supermercati del territorio viene raccolto dai due furgoncini che lo portano nell'hub di via Borsieri. Qui 5 volontari del Banco Alimentare lo gestiscono e 4 ricercatori del Politecnico lo monitorano. Avviene lo smistamento: i prodotti assortiti vanno a 14 Onlus del territorio che li distribuiscono a chi ne ha bisogno. L’hub consente di mixare il cibo recuperato, permettendo di donare un’offerta alimentare variegata, nutriente ed equilibrata.

Per incentivare questo tipo di processo, da febbraio 2018 è stata introdotta una riduzione della TARI per le attività commerciali, industriali e professionali che donano cibo, prima che questo diventi spreco. Potranno ottenere riduzioni fino al 20% della parte variabile della TARI, concesse in proporzione alla quantità di cibo donato.

Un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato, per un una città sempre più smart.

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Francesca Del Bo, tel. 0258370412, e-mail .

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