Booklet Economia: Nel primo trimestre l'export lombardo cala del -3,4% annuo e circa un quarto del manifatturiero nel Nord-Ovest segnala insufficienza di domanda. Bene invece l’occupazione regionale, con +53 mila lavoratori in un anno
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La Lombardia rispetto ai benchmark nazionali ed europei. Focus specifici per Milano, Lodi, Monza Brianza, Pavia.
Il 2024 si apre in un contesto di domanda domestica e globale ancora debole, che determina flessioni dei livelli di produzione industriale (vedi Booklet Economia n.87 – maggio 2024) e cali del valore delle esportazioni in Lombardia, Italia e nei territori regionali di confronto. Si confermano, invece, positive le dinamiche del mercato del lavoro, dove si osserva una crescita dell’occupazione.
Tra gennaio e marzo dell'anno in corso prosegue e si accentua il trend negativo che caratterizza le esportazioni oramai dal secondo trimestre del 2023: il valore delle vendite sui mercati esteri registra un calo del -3,4% su base annua in Lombardia e del -2,8% a livello nazionale. Le contrazioni interessano anche le regioni italiane di confronto, quali Piemonte (-2,1%), Emilia-Romagna (-3,0%) e Veneto (-5,1%). Il rallentamento della domanda mondiale determina contrazioni anche tra i peer europei: una leggera flessione per Auvergne-Rhône-Alpes (-0,3%) e cali significativi per Baden-Württemberg (-6,8%) e Cataluña (-9,2%). Tiene, invece, l’export del Bayern con un incremento del +3,4%.
Nel dettaglio dei settori in Lombardia, automotive, elettronica e alimentare vedono un inizio d'anno di crescita, con incrementi sul primo trimestre 2023 rispettivamente del +13,4%, +7,4% e + 3,7%. Dall'altra parte, contrazioni più marcate della media regionale riguardando il settore metalli (-10,6%), legno (-9,9%), moda (-8,9%), apparecchi elettrici (-6,4%), chimica (-6,0%) e gomma-plastica (-5,4%).
Per quanto riguarda la composizione delle geografie di scambio, calano le vendite verso i mercati extra-europei (-1,2%) e ancor più quelle verso i Paesi Ue27 (-5,3%), che stanno tuttora risentendo del contesto complessivamente stagnante e sui quali pesa in particolar modo la recessione della Germania. L'export lombardo verso quest'ultima segna, infatti, un -10,1% rispetto a un anno prima, così come, tra i principali partner commerciali, vedono variazioni negative anche Paesi Bassi (-13,6%) e Francia (-6,6%); in aumento, invece, gli scambi in uscita verso Polonia (+0,8%) e Spagna (+3,6%). Volgendo lo sguardo al di fuori dell'Unione europea, calano le vendite dirette in USA (-9,2%), Regno Unito (-4,1%) e Turchia (-3,5%), mentre, tra le destinazioni più rilevanti, crescono Svizzera (+1,2%) e soprattutto Cina (+9,4%).
Le imprese sperimentano, quindi, un avvio d’anno complessivamente fiacco e caratterizzato da insufficienza di domanda: in particolare, nel Nord-Ovest questa criticità è riportata dal 23,3% delle impese manifatturiere, l’incidenza più alta dal terzo trimestre 2020. La debolezza e l’incertezza del ciclo economico caratterizzano anche il quadro più recente: dopo la lieve salita di maggio, a giugno cala nuovamente la fiducia del manifatturiero nel Nord-Ovest, a indicare la persistenza dell’andamento altalenante che si protrae oramai dallo scorso novembre. Tuttavia, si rilevano più favorevoli attese di produzione per il breve termine. Una discesa del clima di fiducia interessa anche Italia, mentre i benchmark europei registrano lievi aumenti, pur rimanendo su livelli ampiamente negativi (in particolare la Germania).
Un leggero calo interessa anche la fiducia del comparto dei servizi alle imprese, che, nonostante ciò, si mantiene comunque sopra la media dei nove anni precedenti. La discesa è determinata principalmente da una consistente diminuzione degli ordinativi, seppure affiancata da giudizi più favorevoli sull’andamento aziendale e prospettive lato domanda per i prossimi 3-4 mesi in miglioramento per il terzo mese consecutivo e tornate sui livelli di agosto 2023. Al contrario, l’indice cala nuovamente a livello nazionale, in Germania e Francia, mentre sale in Spagna, dove la fiducia dei servizi è sui massimi da novembre 2021.
Sul fronte del lavoro, tra gennaio e marzo 2024 in Lombardia il numero di occupati aumenta per il dodicesimo trimestre consecutivo (+53mila rispetto allo stesso periodo del 2023) e supera così del +1,5% i livelli del primo trimestre 2019, considerato come periodo di confronto pre-Covid. Data la variazione nulla del numero di disoccupati rispetto al 2023, l’espansione occupazionale nel primo trimestre 2024 è dovuta in buona parte alla riduzione degli inattivi, diminuiti di -31mila unità rispetto a inizio 2023. Nonostante ciò, le persone inattive rimangono sopra al livello pre-pandemico, a indicare che su questo fronte il recupero è ancora in corso.
Guardando agli indici di performance, nel primo trimestre 2024 il tasso di occupazione lombardo sale al 69,1% dal 68,7% di un anno prima (+0,4 p.p.), valore solo di poco inferiore a Veneto e Piemonte, entrambe al 69,2%, ma distante dal 70,9% dell'Emilia-Romagna. Al contempo, il tasso di disoccupazione lombardo rimane stabile al 4,3%, un valore fisiologico e, infatti, invariato rispetto a un anno prima (ben sotto, inoltre, al 7,7% italiano). Incidenze più basse si rilevano soltanto per il Veneto (4,1%) nel confronto con i peer nazionali e, rispetto ai benchmark europei, per Baden-Württemberg (4,2%) e Bayern (3,8%). È tuttavia interessante notare che, sebbene su livelli inferiori, entrambe le regioni tedesche segnano un incremento dell'indice rispetto a inizio 2023, mentre quello lombardo rimane invariato nel confronto annuo.
Al contempo, tuttavia, si rafforzano le tensioni sul mercato del lavoro, dove cresce il mismatch tra domanda e offerta: ad aprile 2024 le imprese incontrano difficoltà nel reperire il 47,3% dei candidati ricercati, in ulteriore crescita dal 46,3% di aprile scorso (dati Excelsior).
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