Le nuove Linee Guida 231 di Confindustria

Con lo scopo di fornire un aiuto concreto alle imprese sono state aggiornate le Linee Guida di Confindustria per la costruzione dei c.d. modelli organizzativi. Le linee guida contengono indicazioni operative e case study.

Il Decreto Legislativo 231 del 2001 ha introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento la responsabilità amministrativa a carico delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica per taluni reati commessi da persone fisiche operanti al loro interno. Tale responsabilità si applica ad un numero sempre più ampio di reati, tra cui ad esempio i reati societari, i reati contro la Pubblica Amministrazione, i reati sulla sicurezza sul lavoro, i reati ambientali, e da ultimo, i reati di corruzione tra privati.

Con lo scopo di fornire un aiuto alle imprese sono state aggiornate1 le Linee Guida di Confindustria per la costruzione dei modelli organizzativi. Le Linee Guida forniscono alle imprese indicazioni di tipo metodologico su come predisporre un modello organizzativo idoneo a prevenire la commissione dei reati indicati nel decreto, consentendo l’esonero dalla responsabilità e dalle relative sanzioni (pecuniarie e interdittive 2). 
Le indicazioni fornite richiedono un successivo adattamento da parte delle imprese, infatti, ogni modello organizzativo per poter esercitare la propria efficacia preventiva, va costruito tenendo presenti le caratteristiche proprie dell'impresa. Il rischio reato di ogni impresa, infatti, è strettamente dipendente dal settore economico, dalla complessità organizzativa, non solo dimensionale, dell’impresa e dell'area geografica in cui essa opera.

Le linee Guida 3

La nuova versione adegua il precedente testo del 2008 alle novità legislative 4, giurisprudenziali e della prassi nel frattempo intervenute, mantenendo la distinzione tra le Parte generale e Parte speciale.

In particolare, le principali modifiche e integrazioni della Parte generale riguardano: il nuovo capitolo sui lineamenti della responsabilità da reato e la tabella di sintesi dei reati presupposto; il sistema disciplinare e i meccanismi sanzionatori; l’organismo di vigilanza, con particolare riferimento alla sua composizione; il fenomeno dei gruppi di imprese.
La Parte speciale, dedicata all'approfondimento dei reati presupposto attraverso appositi case study, è stata oggetto di una profonda  rivisitazione, volta non soltanto a trattare le nuove fattispecie di reato presupposto, ma anche a introdurre un metodo di analisi schematico e di più facile fruibilità.

Note

1. La prima versione delle Linee Guida, elaborata nel 2002, è stata approvata dal Ministero di Giustizia nel giugno 2004. Successivamente il primo aggiornamento, ha riguardato l’ambito delle aree a rischio reato, i protocolli preventivi e l’Organismo di Vigilanza, ulteriori aggiustamenti sono poi stati apportati in considerazione delle prime esperienze applicative realizzate dalle associazioni e dalle imprese, e a seguito dei numerosi interventi legislativi che, nel frattempo, hanno modificato la disciplina sulla responsabilità amministrativa degli enti, estendendone l’ambito applicativo anche ad altre fattispecie di reato. L'ultimo aggiornamento risale al marzo 2008.

2.
Le sanzioni previste sono:

  • sanzioni pecuniarie: da un minimo di 25.800 euro ad un massimo di 1.550.000 euro;
  • sanzioni interdittive: interdizione dall'esercizio dell'attività, sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni, divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, esclusione dalle agevolazioni, finanziamenti, contributi e sussidi ed eventuale revoca di quelli già concessi e divieto di pubblicizzare beni e servizi. Le sanzioni interdittive hanno una durata compresa tra i 2 mesi e i 2 anni.

3. Come previsto dal D. Lgs. n. 231/2001 (art. 6, co. 3), le Linee Guida sono state sottoposte al vaglio del Ministero della Giustizia che lo scorso 21 luglio ne ha comunicato l’approvazione definitiva.

4.  Le principali novità rispetto alla precedente versione del 2008 sono: la possibilità di affidare al Collegio Sindacale le funzioni di Organismo di vigilanza e l'introduzione dei reati informatici, dei reati sulla sicurezza sul lavoro, dei reati ambientali, del reato di occupazione di lavoratori stranieri irregolari e da ultimo del reato di corruzione tra privati.

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