Secondo quanto ha dichiarato il Ministero delle Infrastrutture nel 2022, i trasporti generano un quarto delle emissioni di gas serra nazionali e più del 92% è attribuibile al trasporto su gomma, per passeggeri o merci; il settore assorbe il 68% della domanda nazionale di prodotti petroliferi, la cui produzione dipende per oltre il 95% da importazioni di greggio dall’estero.
Il rapporto 2023 di Legambiente “Mal’Aria di città. Cambio di passo cercasi” denuncia una decrescita troppo lenta dell’inquinamento atmosferico delle città italiane, con livelli ancora troppo lontani dagli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 (europei e globali) e dalle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sui limiti delle concentrazioni da non superare per tutelare la salute delle persone. Cosa si sta facendo per migliorare la situazione?
L’Europa, con il Green Deal, bibbia della transizione ecologica, stabilisce l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 al 2050, con un significativo risultato intermedio del -55% nel 2030: nelle strategie indicate per accelerare la transizione energetica ed ecologica, il trasporto è inevitabilmente un’area di prioritaria attenzione con un preciso action plan, il ‘Sustainable and smart mobility strategy’.
Da un punto di vista economico, per centrare congiuntamente gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, di tutela del valore dell’industria automotive e di ottimizzazione del sistema trasporti, si sta sostenendo la transizione verso un modello di mobilità che passa da soluzioni di progressiva ibridizzazione, sino alla completa elettrificazione, o comunque totale indipendenza da motori che non siano a emissione zero. Ma non solo. La costruzione della mobilità del futuro passa attraverso normative nazionali e politiche urbane, a sostegno di una mobilità pubblica più efficiente, accessibile e inclusiva; e di quella condivisa, capace di ridurre l’impatto sull’ambiente e sul traffico (oltre che sulle tasche dei cittadini).
Per le città, le variabili su cui intervenire includono l’ampliamento del parco mezzi e delle linee di servizio, il potenziamento dei collegamenti ai nodi intermodali da e verso le aree periurbane ed extraurbane. Inoltre, tutti i veicoli del trasporto pubblico su strada devono essere elettrificati. La digitalizzazione e l’analisi delle informazioni sulla mobilità sono la chiave per attivare, tra le altre cose, lo sviluppo di soluzioni Mobility as a Service (Maas), ovvero servizi digitali che promuovono la mobilità collettiva e condivisa, consentendo agli utenti di pianificare, prenotare e pagare più tipi di servizi di mobilità da un’unica applicazione.
Gli investimenti in ricerca e sviluppo per tecnologie, carburanti a minor impatto ambientale e diffusione di una cultura della mobilità green, sicura e resiliente, sono al centro delle attività del ‘Centro Nazionale per la mobilità sostenibile’ nato lo scorso anno su iniziativa del Politecnico di Milano (in linea e con risorse PNRR), che riunisce in un centro di eccellenza oltre 49 partner tra pubblico e privato, 24 le sole università.
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