Rassegna della Giurisprudenza Tributaria e Legale n. 1 del 2018

Pubblicazione delle principali pronunce giudiziali in materia tributaria e legale. Gennaio - Aprile 2018

IMPOSTE SUL REDDITO E IRAP

 Corte di Giustizia UE, Sentenza 26 ottobre 2017, Causa C-39/16 

Indeducibilità degli interessi passivi fino a concorrenza dei dividendi esenti 

Una norma di diritto nazionale che dispone l’indeducibilità degli interessi passivi su finanziamenti sostenuti da una società madre, fino a capienza dell’ammontare dei dividendi esenti liquidati alla stessa società, non è conforme alla disciplina comunitaria della tassazione degli utili societari, prevista dalla cd. “Direttiva Madre-Figlia”.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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CTR Lombardia, Sentenza 20 marzo 2018, n. 1191/16/2018

Bonus recupero patrimonio edilizio: Invio tardivo non pregiudica la fruizione della detrazione d'imposta

L’invio tardivo di comunicazioni o la mera violazione formale, inerenti all’inizio dei lavori di recupero del patrimonio edilizio, non comporta la decadenza dalla relativa detrazione d’imposta.

Sentenza Testo integrale della sentenza 

 

IMPOSTE INDIRETTE E  IVA

Corte di Giustizia UE, Sentenza 12 aprile 2018, Causa C-8/17 

Detrazione ammessa in caso di ritardo incolpevole

Nell’ipotesi di un avviso di accertamento che rilevi una maggiore imposta, notificato a distanza di vari anni dalla cessione dei beni, in cui è stato versato all’erario nazionale un supplemento di IVA corredato dall’emissione dei corrispondenti documenti di rettifica delle fatture originarie, il diritto alla detrazione dell’IVA è ammesso, nonostante sia scaduto il termine previsto dalla normativa nazionale per l’esercizio del medesimo.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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Corte di Giustizia UE, Sentenza 19 aprile 2018, Causa C-580/16 

Semplificazione per triangolari intracomunitarie applicabile anche con doppia identificazione IVA

Nel caso di triangolare intracomunitaria in cui il promotore dell’operazione sia identificato ai fini IVA in due Stati Membri differenti, il Paese di partenza dei beni e quello intermedio della catena, si può applicare la semplificazione prevista per la cessione triangolare intra-UE.
Secondo la Corte di Giustizia UE, infatti, il beneficio del regime di semplificazione applicabile alle triangolari IVA non può essere negato ad un soggetto passivo per il solo motivo che sia identificato ai fini IVA anche nel Paese Membro di partenza dei beni, in quanto tale diniego creerebbe una significativa disparità di trattamento tra i soggetti passivi e rischierebbe di limitare, ingiustificatamente, l’esercizio di attività economiche sulla base delle identificazioni IVA del soggetto passivo.
Inoltre, la presentazione non tempestiva dell’elenco riepilogativo Intrastat, che configura un mancato rispetto di condizioni formali, non comporta l’inapplicabilità del regime semplificato delle triangolari intracomunitarie, in quanto i requisiti sostanziali richiesti risultano soddisfatti (dimostrazione del promotore della triangolazione di aver effettuato l’acquisto ai fini di una successiva cessione, per la quale il destinatario sia debitore IVA). Tuttavia, il mancato rispetto delle condizioni formali può provocare l’inapplicabilità di tale regime qualora la presentazione tardiva dell’Intrastat rientri in un disegno fraudolento oppure abbia avuto come effetto un impedimento nella fornitura della prova certa del rispetto dei requisiti sostanziali richiesti per l’accesso al regime.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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Cassazione, Sentenza 16 febbraio 2018, n. 3872/2018

Precluso il frazionamento IVA nell'ambito di un'operazione complessa, ma oggettivamente unitaria

Nell’ambito di un’operazione economica complessa, ma oggettivamente unitaria (nel caso di specie l’esecuzione di un contratto per la costruzione di una piattaforma petrolifera), in cui i singoli atti compiuti dalla società siano strettamente connessi e riconducibili ad una prestazione unica, l’operazione deve essere trattata unitariamente ai fini IVA, non potendo essere oggetto di scomposizione.
Pertanto, qualora il contribuente non residente si avvalga del rappresentante fiscale in Italia per l’acquisto di beni costituente il primo segmento di una complessa e unitaria operazione economica e, quindi, abbia optato per l’applicazione dell’IVA in regime ordinario, non può poi agire in via diretta, con applicazione del reverse charge, in relazione ad altri atti o prestazioni ricompresi nella medesima unica operazione, attuandone in tal modo un artificioso frazionamento dell’operazione.
Infatti, un’operazione costituita da un’unica prestazione sotto il profilo economico non può essere artificialmente divisa in più parti, in quanto verrebbe alterata la funzionalità del sistema dell’IVA.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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Cassazione, Ordinanza 19 aprile 2018, n. 9717/2018

Documenti probatori che attestano l'effettiva consegna dei beni in una cessione intracomunitaria

Ai fini di prova della cessione intracomunitaria, non può essere data rilevanza a documentazione di origine privata, come le fatture emesse e la documentazione bancaria attestante il pagamento, ma devono essere presentati il modello CMR (recante le firme di cedente, cessionario e speditore) e i contratti commerciali.
L’ordinanza in itinere si pone in contrasto con la posizione tenuta dalla prassi amministrativa che nella tematica in oggetto ha espresso i due seguenti principi:
1) nel caso in cui non sia possibile esibire il documento di trasporto sono ammissibili altri mezzi di prova idonei;
2) la prova dell’effettivo trasferimento del bene in un altro Stato comunitario deriva da un insieme di documenti che consentano di accertare, con sufficiente evidenza, che il medesimo è passato dallo Stato del cedente a quello dell’acquirente.
Inoltre, si segnala che è stata presentata dalla Commissione Europea una proposta di Regolamento, volta a modificare il contenuto del Regolamento UE n. 282/2011, attualmente vigente. Tale riforma, se approvata, troverà applicazione a partire dal 1° gennaio 2019 e prevede che per la prova del trasporto dei beni in un altro Stato UE sarà sufficiente fornire due evidenze non contraddittorie tra le otto espressamente elencate.

Sentenza Testo integrale della sentenza

 

ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO TRIBUTARIO

 Corte di Giustizia UE, Sentenza 7 settembre 2017, Causa C-6/16 

Inversione dell'onere della prova in capo all'amministrazione finanziaria

La Corte di Giustizia UE ha sancito l’illegittimità di norme nazionali che si risolvono in una presunzione legale predeterminata di evasione o elusione fiscale di portata generale che impongono al contribuente l’inversione dell’onere della prova, per violazione del principio di proporzionalità.
In particolare, l’inversione dell’onere della prova si ritiene debba ricadere in capo all’amministrazione finanziaria, la quale dovrà dimostrare l’abuso perpetrato da una società, anche attraverso motivi extra-fiscali che coadiuvino il sospetto di commissione del comportamento fraudolento.
Pertanto, risulta a carico delle autorità fiscali la dimostrazione del comportamento abusivo o elusivo dei soggetti passivi, ai quali verrà demandata la produzione di documenti difensivi solo nella fase di contraddittorio endoprocedimentale.

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Cassazione, Sentenza 24 aprile 2018, n. 9993/2018

Ammortamenti: rettifiche alle deduzioni delle quote non oltre l'anno

I termini di decadenza dell’art. 43 del D.P.R. 600/1973 vanno riferiti, nel caso di accertamento riguardante costi ripartiti su più anni e quote di ammortamento, non più ad ogni singolo esercizio in cui avviene la deduzione, ma a quello in cui il costo che viene disconosciuto è stato originariamente iscritto in bilancio.

Tale principio produce effetti anche rispetto all’iperammortamento; pertanto le eventuali contestazioni relative alla spettanza dell’agevolazione dovrebbero essere limitate al quinto anno successivo a quello di inizio dell’ammortamento fiscale, cioè dalla dichiarazione dell’anno in cui è stato interconnesso il bene iperammortizzabile.

Sentenza Testo integrale della sentenza 

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Cassazione, Ordinanza 19 aprile 2018, n. 9719/2018

Risposta ad interpello vincolante esclusivamente verso l'istante, anche per casi analoghi

La risposta interpretativa data dall’Agenzia delle Entrate in un interpello non vincola l’amministrazione finanziaria verso i contribuenti diversi dall’istante.
Da tale assunto, ne consegue che il comportamento suggerito ad un contribuente in un interpello, in relazione ad una determinata fattispecie applicativa, ha valenza esclusivamente nei confronti di tale soggetto, pertanto se un contribuente diverso dall’istante decidesse di allinearsi a quanto indicato nel documento suddetto per casistiche analoghe, non è pacifico che l’amministrazione finanziaria non possa procedere a sanzionarlo per il comportamento attuato, seppur vi sia un parere emesso nei confronti di un altro contribuente che lo contempli.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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CTR Lombardia, Sentenza 23 aprile 2018, n. 1883/16/2018

Crediti IRPEF con prescrizione breve

La conversione dell’eventuale termine di prescrizione breve in quello ordinario decennale, di cui all’art. 2953 del codice civile, non può essere applicata in caso di mancata impugnazione di un atto impositivo o di un atto della riscossione, ma solo quando passa in giudicato una sentenza.
La CTR Lombardia sposa il termine della prescrizione breve quinquennale, seguendo la linea interpretativa maggioritaria, anche se le sentenze contrapposte sono numerose.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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CTP Treviso, Sentenza 15 gennaio 2018, n. 55/1/2018

Atto cartaceo non valido con la mera dicitura di atto "firmato digitalmente"

Un avviso di accertamento notificato in forma cartacea al contribuente non può produrre effetti se contiene la mera indicazione del nominativo del funzionario con la dicitura “firmato digitalmente”.
Pertanto, ne consegue che gli accertamenti ordinari notificati in formato cartaceo devono presentare obbligatoriamente una firma autografa per poter essere validi strumenti idonei ad incidere nella sfera del contribuente.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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CTP Treviso, Sentenza 16 febbraio 2018, n. 93/1/2018

I PDF allegati alla PEC non producono effetti verso il contribuente

L’invio di un file in PDF allegato alla PEC è un atto non idoneo a manifestare la volontà dell’amministrazione di incidere nella sfera del destinatario, pertanto non può esplicare effetti nei suoi confronti.
Il PDF infatti non garantisce l’immodificabilità e l’integrità del documento informatico, in quanto il medesimo risulta idoneo a soddisfare i requisiti della forma scritta e del valore probatorio esclusivamente se è connotato dalle seguenti caratteristiche: qualità, sicurezza, integrità e immodificabilità.

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DIRITTO SOCIETARIO

 Cassazione, Ordinanza 21 marzo 2018, n. 6998/2018

Non è responsabile l'amministratore che ha assunto l'incarico da poco tempo 

Alla regola di porre a carico solidale di tutti gli amministratori le conseguenze delle rilevate illegittimità contabili e di gestione della società, è legittimo fare eccezione per quegli amministratori che avevano assunto l'incarico da troppo breve tempo per poter ragionevolmente supporre che si fossero già resi conto della situazione e che fossero in grado d'intervenire con utili strumenti correttivi.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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 Cassazione, Sentenza 18 aprile 2018, n. 9517/2018

Responsabilità dei sindaci per omessa vigilanza

L'omissione di vigilanza, tipica di numerose fattispecie di illeciti amministrativi disciplinate dal T.U.B., è compatibile con la loro "rappresentabilità" e, dunque, con la colpa: l'inosservanza dei doveri di informazione-sorveglianza vale, quindi, a legittimare la comminatoria di una sanzione "colposa" laddove seguano illeciti degli "organi vigilati", poiché non occorre la prova che il "garante primario" (in questo caso, i sindaci) conoscesse in concreto ogni aspetto dell'attività posta in essere dai secondi, essendo viceversa sufficiente la sola "potenzialità di conoscenza", legittimamente destinata a presumersi.

Sentenza Testo integrale della sentenza

 

PROCEDURE CONCORSUALI 

 Cassazione, Ordinanza 27 marzo 2018, n. 7550/2018

Esdebitazione e parziale soddisfacimento dei creditori

In tema di esdebitazione, il beneficio della inesigibilità verso il fallito persona fisica dei debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti richiede, ex art. 142, comma 2, L.F., che vi sia stato il soddisfacimento, almeno parziale, dei creditori concorsuali, dovendosi intendere realizzata tale condizione anche quando taluni di essi non siano stati pagati affatto, essendo sufficiente che, con i riparti, almeno per una parte dei debiti esistenti, sia consentita al giudice del merito, secondo il suo prudente apprezzamento, una valutazione comparativa di tale consistenza rispetto a quanto complessivamente dovuto.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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Cassazione, Ordinanza 20 aprile 2018, n. 9932/2018

Concordato Preventivo: oneri probatori per il debitore

Nel procedimento per la revoca dell’ammissione al concordato preventivo ai sensi dell’art. 173 L.F. grava sul debitore l’onere di integrare la dimostrazione dei requisiti di fattibilità delle parti del piano oggetto di contestazione giudiziale, senza che allo stesso sia dovuta la concessione di un ulteriore termine a difesa per replicare alle determinazioni raggiunte dal commissario giudiziale e depositate all’udienza convocata ai sensi del predetto articolo.

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LEGALE

 Corte di Giustizia UE, Sentenza 6 dicembre 2017, Causa C-230/16 

Distribuzione Selettiva: valida la clausola che vieta la distribuzione tramite soggetti non autorizzati

È valida la clausola contrattuale mediante la quale il produttore di beni di marca vieta ai distributori autorizzati del proprio sistema di distribuzione selettiva di vendere i prodotti contrattuali tramite piattaforme e-commerce di soggetti terzi identificabili, consentendo viceversa che i medesimi prodotti vengano offerti in vendita tramite "siti vetrina" dei negozi autorizzati.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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Cassazione, Ordinanza 19 aprile 2018, n. 9770/2018

Concorrenza Sleale: titolo della rivista non ha tutela come bene autonomo

Il titolo del giornale, delle riviste o di altre pubblicazioni periodiche non costituisce in sé e per sé un'opera dell'ingegno, avendo una funzione esclusivamente distintiva: esso, pertanto, non è tutelato come bene autonomo, ex art. 12 l. n. 633/1941, ma riceve tutela ex art. 100 della medesima legge, nella misura in cui individui una pubblicazione, della quale rappresenta il segno distintivo, e solo fino a quando detta pubblicazione effettivamente sussista.

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Tribunale Milano, Sentenza 8 gennaio 2018, n. 40/2018

Indebito sfruttamento del marchio

Perché il comportamento del terzo sia vietato, non basta l’uso da parte del medesimo di un segno simile per prodotti affini, serve che tale uso sia idoneo a indurre il pubblico a pensare che i prodotti del terzo provengano in realtà dall’impresa del segno che si presume essere contraffatto.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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Tribunale Milano, Sentenza 25 gennaio 2018, n. 830/2018

Illecito sfruttamento della notorietà del marchio altrui

È illecito l’uso di marchi altrui come parola chiave laddove non è finalizzato ad offrire al consumatore la possibilità di valutare alternative commerciali bensì solo a sfruttare parassitariamente la rinomanza del marchio altrui per accreditare i propri prodotti, suggerendo altresì l’esistenza di qualche relazione commerciale con la legittima titolare.

Sentenza Testo integrale della sentenza

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 Consiglio di Stato, Sentenza 6 marzo 2018, n. 1457/2018

Risarcimento dei danni da illecito della Pubblica Amministrazione

Sussiste la responsabilità civile della P.A. qualora a causa dei provvedimenti illegittimi dell’amministrazione, la società non abbia potuto disporre dell’area per la realizzazione del progetto, impedendo la percezione dei relativi frutti per circa un biennio nel corso dei quali l’iniziativa economica è rimasta bloccata.

Sentenza Testo integrale della sentenza

 

Contatti

Ulteriori informazioni e chiarimenti possono essere richieste al Settore Fisco e Diritto d'Impresa, tel. 0258370.267/308, fax 0258370334 e-mail fisc@assolombarda.it

 

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