Al fianco delle imprese

Nel cuore... del Natale!

Siamo giunti alla fine di questo 2023 con un traguardo davvero eccezionale: Assolombarda ha superato la soglia delle 7.000 imprese associate!

Un record all’interno dell’intero sistema confindustriale, oltre che un risultato che ci riempie di soddisfazione e che ci spinge a continuare in questa direzione. 

Come di consueto, questa lettera mi offre anche l’occasione per fare un bilancio di questi mesi e condividere con voi le prime riflessioni in vista del nuovo anno.

Se volgiamo lo sguardo indietro, siamo consapevoli che dopo gli straordinari risultati raggiunti dalla pandemia in poi, che hanno superato ogni aspettativa e previsione arrivando ad una crescita della nostra economia maggiore di quella mondiale, il 2023 è, a tutti gli effetti, da considerarsi un anno complesso.

La crescente competizione sul piano geopolitico e i suoi effetti in termini di incertezze e instabilità sui mercati ha comportato inevitabilmente un rallentamento dell’economia mondiale, di quella europea, con l’Italia che, a sua volta, chiude l’anno con lo 0,7% di crescita. 

Questa congiuntura naturalmente ricade e interessa il nostro territorio e la Lombardia nel suo complesso. Ma, ancora una volta, possiamo dire che facciamo meglio del resto del Paese. Infatti, pur in rallentamento rispetto all’anno scorso, quest’anno arriviamo allo 0,9%.

I risultati complessivi degli ultimi anni ci restituiscono la fotografia di una delle più straordinarie e competitive economie reali del pianeta. Un sistema fatto di tanta buona industria, di indissolubile tenacia e di straordinaria capacità nel fare bene il proprio mestiere di imprenditore. Ne sono testimone ogni volta che mi accogliete nelle vostre imprese e posso toccare con mano le vostre straordinarie eccellenze.

Tutte peculiarità che, ancora una volta, abbiamo celebrato insieme durante l’anno con importanti eventi sui territori di MilanoMonza e BrianzaLodi e Pavia. E, per la prima volta, con un programma strategico di posizionamento, gli Assolombarda Awards , che valorizza voi e i progetti che sviluppate sui temi più che mai attuali e necessari come la digitalizzazione, la sostenibilità, la responsabilità e la cultura d’impresa.

Il nostro territorio, proprio grazie a voi, vanta uno scarto positivo rispetto a prima della pandemia addirittura del +3,7% (contro il 3% dell’Italia). Una capacità confermata, stando alle previsioni, anche per il 2024 dove resteremo sempre tra i più performanti.

Grazie a voi siamo la prima regione industriale in Italia e l’Italia è la seconda manifattura d’Europa e l’Europa, a sua volta, è la seconda realtà manifatturiera del mondo dopo la Cina e davanti agli Stati Uniti d’America.

Questo non è un elogio. Questo è orgoglio. Orgoglio industriale. Ed è anche e soprattutto consapevolezza. Di chi siamo, delle nostre peculiarità e delle nostre capacità. Una consapevolezza che, con la consueta responsabilità che ci contraddistingue, ci dà l’autorevolezza e la credibilità per porre al centro dell’attenzione della politica, priorità e risposte necessarie a tutelare e sviluppare la nostra industria in Italia e ancor prima in Europa.

Se c’è, infatti, un punto fermo da cui partire in questo momento storico in cui è evidente che si stiano ridefinendo assetti e gerarchie dell’ecosistema industriale ed economico globale, è che l’Unione Europea è il nostro perimetro minimo di azione e di ragionamento. E lo è tanto più per un territorio come il nostro che per posizione geografica e capacità progettuale è “Nel cuore dell’Europa”. 

Un’Europa chiamata oggi a ripensarsi innanzitutto come soggetto politico e geopolitico. L’Unione Europea in questi anni, infatti, si è posta come leader globale della regolamentazione e non dello sviluppo di tecnologie e innovazioni, scegliendo per sé la posizione di arbitro e non di giocatore nelle principali sfide internazionali.

Ma quella dell’arbitro è una posizione vantaggiosa ma limitata perché l’arbitro non vince mai la partita. In vista delle elezioni europee di giugno 2024, è tempo di scendere in campo.

Perché abbiamo bisogno di un'Europa forte, solidale, pragmatica e soprattutto pro-industria. Una necessità quest’ultima dettata dall’assoluta mancanza di una strategia di politica industriale comunitaria e dalla leggerezza con la quale l’attuale Commissione europea ha compiuto scelte e varato provvedimenti fortemente penalizzanti per l’industria europea e, segnatamente, per la nostra.

A sua volta, il nostro Paese ha la responsabilità di mettere le imprese nelle condizioni di poter usare a pieno il proprio potenziale. Ma sullo stimolo agli investimenti e sul potenziamento degli strumenti necessari a mettere le imprese, soprattutto quelle piccole, nelle condizioni di innovare e crescere, la strada da fare è ancora lunga.

Industria 4.0 è stata l’unica strategia seria e trasversale di politica industriale degli ultimi anni. Un piano che ha dato un boost concreto all’innovazione e, quindi, alla competitività della nostra economia. In questi anni abbiamo fatto un passo indietro che non possiamo permetterci. Al contrario serve fare quel passo avanti in più, verso Industria 5.0 abbracciando con lungimiranza ed etica la quinta rivoluzione industriale, quella dell’Intelligenza Artificiale.

In questa direzione, non possiamo però parlare di sviluppare o utilizzare l’Intelligenza Artificiale se ci sono distretti o comuni che a mala pena hanno una connessione internet: l’innovazione di un’impresa non può “chiudersi tra le sue mura” a causa della mancanza di infrastrutture digitali adeguate. Il PNRR resta l’unica occasione che non possiamo perdere per modernizzare il Paese e le infrastrutture su cui viaggiano sia le imprese private sia la Pubblica Amministrazione.

L’altro dossier su cui serve dare una nuova direzione industriale è quello dell’energia, ormai in una crisi da considerare strutturale e non più emergenziale. Una priorità da perseguire con realismo e senza ideologie nella prospettiva di una maggior autosufficienza, tanto più rilevante per un grande paese trasformatore come il nostro privo sia di fonti alternative (come il nucleare in Francia), quanto dei margini di finanza pubblica necessari a mitigare l’impatto sull’industria dell’aumento dei prezzi dell’energia (come può fare la Germania). 

Imprescindibile, quindi, oggi non è solo puntare sull’idrogeno e sulle fonti rinnovabili, ma dare una forte spinta al nucleare di ultima generazione (Small Modular Reactor) e su quello da fusione. E questo vale soprattutto per noi, per le economie del Nord che coprono i 2/3 del fabbisogno di energia. Senza questo salto culturale, rischiamo di “discutere senza decidere” mentre il resto del mondo va avanti.

Sosteniamo da sempre che la sostenibilità è da considerarsi tale solo se, oltre alle questioni ambientali, tiene in considerazione anche quelle (geo)politiche, economiche e sociali.  E al centro di qualsiasi di questi sistemi ci sono e ci devono essere le persone. La sostenibilità di un sistema, di una società, di un’economia fino ad arrivare a quella di un’impresa, è possibile, infatti, solo grazie alle persone, alle loro capacità, competenze e motivazioni.

Tanto più davanti ad una demografia avversa e alle profonde rivoluzioni che stiamo vivendo, definire una strategia di politica industriale che metta al centro le persone è un ambito prioritario se non vogliamo rischiare la de-industrializzazione del Paese e dell’Unione Europea. E questo è ancora più necessario se guardiamo al tasso di disoccupazione giovanile, di bassa partecipazione femminile e al numero di NEET, che è il più alto in Europa. L’attuale mancanza di accesso alle risorse lavorative e alle competenze qualificate sta inceppando profondamente e gravemente il nostro sistema industriale.

Di fronte a questo quadro, raccogliendo le esperienze dell’anno che si sta chiudendo non mi resta che rivolgere a tutti voi la mia profonda gratitudine e stima per il lavoro fatto fino a qui. Guardando al 2024 e agli anni a venire l’augurio (nonché la certezza) che vi rivolgo è quella di mantenere e consolidare i risultati e la competitività straordinaria che ci caratterizza, affrontando sempre insieme le sfide che ci aspettano.

Siete voi che con il vostro lavoro quotidiano rendete grande il nostro territorio, sostenete l'economia creando opportunità per milioni di persone.

Siete voi … l’orgoglio industriale del Paese.

Auguro un Buon Natale e Buon Anno Nuovo a tutti voi, ai vostri cari e a tutti i vostri collaboratori.


Alessandro Spada

Presidente Assolombarda